Qualche giorno fa ci siamo interrogati su cosa postare nel blog come nuova occasione di discussione.

L’idea, non nuova, fu scrivere del cambiamento e dei buoni propositi.

Abbiamo appena cambiato anno e tutti ci auguriamo cose buone e belle. E abbiamo fatto più o meno tutti dei buoni propositi.

Il cambiamento, per noi, non è dell’ordine della aspettativa. Aspetto che cambino le condizioni, che sia l’altro a determinare il cambiamento, come se da me non dipendesse niente, perché sono in attesa. L’atteggiamento passivo dell’aspettativa può trasformarsi in una gabbia.

È invece dell’ordine del desiderio, che è ciò che in questo momento sentiamo che ci farebbe stare bene. Il desiderio fa agire, è proattivo.

Il desiderio ci rende così agenti di cambiamento.

Ringraziamo la professoressa Daniela Lucangeli per il contributo del suo ultimo lavoro “La mente che sente”.

Desiderare genera sempre un cambiamento; per questo è un atto rivoluzionario, sconvolgente.

Gianni Rodari nella sua bellissima poesia “Rivoluzione” ci ricorda proprio questo.

La formica, che per tutta l’estate ha faticato per il suo granaio, decide di regalare parte del suo raccolto alla cicala, che invece aveva cantato per tutta l’estate. (Il contrario di tutta l’educazione che abbiamo ricevuto!)

Perché questo atto rivoluzionario?

Perché la formica è grata alla cicala di averla allietata durante il lavoro con il suo canto.

Da questa gratitudine il desiderio di donarle parte del suo cibo.

Ecco, noi con la nostra azione desideriamo proprio questa rivoluzione, questo cambiamento.

Vogliamo provocare, evocare, sostenere questo desiderio nelle persone che lavorano nelle aziende perché avvenga il cambiamento più necessario.